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Von der Leyen e Trump, l’accordo commerciale tra Unione Europea e StatiUniti (del dott. Andrei Costin Banu)

  • Immagine del redattore: squadsmpd
    squadsmpd
  • 23 ago
  • Tempo di lettura: 3 min
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Nei mesi precedenti, fino a febbraio 2025, l’UE aveva criticato con forza la politica

commerciale “aggressiva” degli Stati Uniti, definendola una deviazione dalle norme di un

commercio aperto e prevedibile. Donald Trump aveva minacciato dure tariffe, quasi fino al

50 %, alimentando un clima di incertezza e di conseguenza, indebolendo i mercati.

Stiamo analizzando il rapporto commerciale bilaterale più importante al mondo, con scambi

che avevano superato i 1,6 trilioni di euro nel 2024 (867 mld in beni e 817 mld in servizi),

sostenuti da investimenti reciproci imponenti in tutti i campi.

Il 27 luglio viene raggiunto un’intesa, lungo il confine scozzese. Stati Uniti imporranno una

tassa del 15% sulle importazioni UE, includendo il settore farmaceutico, automobilistico,

minerario ma non solo. L’accordo prevede acquisti da parte dell’UE: $750 mld di energia

elettrica da comprare agli USA entro il 2028 e $600 mld in investimenti UE negli Stati Uniti

durante l’amministrazione Trump. Si aggiunge una riduzione delle barriere e introduce un

sistema di quote su acciaio e alluminio per affrontare la sovracapacità. Il punto che rende

l’accordo geopoliticamente rilevante è l’acquisizione di energia americana per diversificare le

fonti e rafforzare la sicurezza energetica europea, sostituendo parte del gas e petrolio russi.


Quest’ultima considerazione ha implicazioni non dichiarate sia per l’attuale guerra russo-

ucraina e sia per l’ultimo incontro tra Stati Uniti e Russia, tenutasi in Alaska, il 15 agosto.

Vladimir Putin, oltre a considerazioni vaghe e proclami a favore della pace, non ha raggiunto

nessun accordo sulla fine della guerra in Ucraina, anzi, ha dichiarato di essere intervenuto in

favore delle popolazioni russofone a Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhya e Kherson. Cosa ha in

comune questo incontro tra due superpotenze con il “trattato USA – UE"?

Il piano di Donald Trump è di contenere l’espansione russa e costringere l’Unione Europea a

rinunciare ad una libera interpretazione di un ruolo multipolare o la scelta di altri partner

principali come la Cina o la Russia. Tuttavia, si tratta di accordi politici senza vincoli e

questo porta alle seguenti considerazioni:

1. Assenza di istruzioni più dettagliate. I dazi per le automobili richiedono ordini

esecutivi da parte degli USA, ancora non emessi.

2. Persistono disaccordi anche sulla regolamentazione digitale, specie sulla Digital

Services Act dove Trump spinge per concessioni che l’UE considera non negoziabili.

3. Definizione del testo definitivo: Le parti stanno scambiando versioni del comunicato

con modifiche e suggerimenti. Questo favorisce certamente la cooperazione e il

lavoro comune ma senza una firma, da entrambe le parti, non ci sarà esecuzione.

4. Stessi problemi per il settore dei semi conduttori che necessitano di autorizzazioni

speciali negli Stati Uniti e di ogni singolo membro dell’Unione Europea.

Alcuni commentatori, come l’ex ambasciatore Gardner, ritengono che l’accordo sia troppo

sbilanciato a favore degli USA: l’UE avrebbe concesso troppo in cambio di promesse

difficilmente vincolanti. I costi scaricati sui consumatori europei con l’aumento dei prezzi

dell’energia americana e per gli esportatori europei ci sono minori guadagni a medio lungo

termine. Inoltre, si crea una situazione dipendenza energetica, bloccando il New Green Deal

Europeo.

Il Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen è stata sommersa di critiche

per un accordo, evidentemente, poco concreto e senza vincoli. Considerando anche le

precedenti accuse per corruzione alla sua figura e la situazione generale europea, la sua

leadership non è considerata attendibile da molti partiti politici ed esperti del settore. La

mancanza anche di una figura che centralizzi la politica europea è una delle debolezze

strutturali dell’Unione che si uniscono al malcontento generale per le questioni economiche e sociali e soprattutto per le politiche migratorie. Un’Unione Europea che manca di

compattezza e di forza decisionale che riduce le sue possibilità di negoziazione con altri

partner e accetta un semplice ruolo di satellite Usa, all’interno dello scacchiere

internazionale.

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fonte: dott. Geopolitico Andrei Costin Banu

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