Mutamenti del terrorismo in Europa (2020-2024): prospettive comparate e riflessi sulla sicurezza. (di: Angelini Rita)
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- 10 set
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Mutamenti del terrorismo in Europa (2020-2024): prospettive comparate e riflessi sulla sicurezza.

Se si osserva l’andamento del terrorismo in Europa negli ultimi cinque anni, emerge un quadro caratterizzato da forti oscillazioni nei numeri e da una continua evoluzione nelle tipologie di minaccia. Dai minimi del 2021 al picco registrato nel 2023, i dati mostrano come le dinamiche terroristiche non seguano linee stabili ma riflettano contingenze politiche e sociali mutevoli. A questa variabilità quantitativa si accompagna una trasformazione qualitativa: jihadismo, separatismo, estremismo di sinistra e di destra si sono alternati, ciascuno con modalità e intensità differenti. Ancora più significativo è stato il cambiamento negli strumenti di comunicazione: il terrorismo contemporaneo si alimenta sempre più del digitale, dalle piattaforme social alle applicazioni criptate, rendendo la dimensione online un vero e proprio campo di battaglia parallelo.
I dati raccolti nei rapporti annuali EU Terrorism Situation and Trend Report (TE-SAT) di Europol offrono una base fondamentale per comprendere l’evoluzione delle principali matrici ideologiche e forniscono agli Stati membri una prospettiva delle sfide future sulle quali orientare gli sforzi con maggior efficacia.
Il monitoraggio del terrorismo, gli strumenti di contrasto e analisi.
Europol, l’Agenzia dell’Unione Europea incaricata di rafforzare la cooperazione nella lotta alla criminalità, rappresenta oggi uno snodo essenziale per le attività di sicurezza interna dell’Unione. Non esercita poteri di polizia diretta, ma fornisce un sostegno qualificato alle autorità nazionali di polizia e giudiziarie, offrendo strumenti analitici, banche dati condivise e supporto operativo nel contrasto al crimine organizzato, al terrorismo e alle crescenti minacce legate alla criminalità informatica. Dalla sua sede all’Aia, Europol svolge un ruolo di piattaforma di intelligence e coordinamento, favorendo lo scambio tempestivo di informazioni e la costruzione di risposte comuni tra gli Stati membri e i partner internazionali.
Un ruolo cruciale nell’ambito del terrorismo è svolto dall’European Counter Terrorism Centre (ECTC), istituito nel 2016 all’interno di Europol.
L’ECTC recita il ruolo di central hub della cooperazione antiterrorismo europea, fornisce analisi operative e strategiche, sostiene le indagini transfrontaliere e facilita lo scambio di informazioni tramite banche dati e task force operative multinazionali.
Il TE-SAT, report pubblicato annualmente, nasce proprio dal lavoro congiunto del ECTC, in stretta collaborazione con le autorità nazionali. Questo ne fa uno strumento non solo statistico, ma anche di indirizzo operativo per valutare le minacce emergenti e calibrare le risposte comuni.
I team specializzati dell’ECTC raccolgono e condividono informazioni operative provenienti dalle forze dell’ordine degli Stati membri e da terze parti, rendendo l’ECTC un vero fulcro dell’intelligence per il contrasto al terrorismo. Il loro lavoro in stretto contatto con altri centri operativi di Europol, come il Centro europeo per la criminalità informatica (EC3) e il Centro europeo contro il traffico di migranti (EMSC), consente un’integrazione efficace delle informazioni, rappresentando una preziosissima risorsa per le attività analitiche e investigative.
All’interno dell’ECTC è presente un’unità ad hoc denominata Internet Referral Unit – IRU, istituita nel 2015 come risposta strategica al crescente utilizzo di Internet e dei social media per la diffusione di propaganda terroristica e alla necessità di supportare gli Stati membri nelle indagini online. Questo approccio europeo mira a ridurre l’accessibilità dei contenuti terroristici online, identificare gli autori di tali contenuti, limitare la propaganda estremista e contrastare campagne di reclutamento, grazie a una collaborazione costante e rapida con le piattaforme digitali (Online Service Providers) nel quadro di partenariati pubblico-privati come l’EU Internet Forum e i Referral Action Days.
Andamento complessivo e dimensione quantitativa.
Negli ultimi anni, la situazione del terrorismo nell’Unione Europea ha mostrato oscillazioni significative. Il rapporto TE-SAT 2024 evidenzia come il 2023 sia stato un anno particolarmente critico con un’impennata rispetto al passato, e con il separatismo corso che ha rappresentato la maggior parte degli episodi.
Il terrorismo jihadista rimane quello più letale, con il maggior numero di morti e feriti generati.
Il 2024 ha visto una stabilizzazione significativa: secondo il TE-SAT 2025, gli attentati legati al terrorismo nell’UE sono stati 58, è cresciuto il numero degli arresti con 449 totali di cui 289 nell’ambito del terrorismo jihadista.
Questi numeri illustrano non solo la pressione continua esercitata dalle forze di sicurezza ma anche la capacità espressa nel monitorare e rispondere alle nuove minacce.
Differenziazione ideologica e dinamiche specifiche.
Il jihadismo continua a rappresentare la minaccia più significativa in Europa per il numero di vittime che produce. Gran parte degli attacchi non avviene più nell’ambito di organizzazioni complesse, ma è posto in essere da individui soli o piccole cellule radicalizzate online, capaci di agire con strumenti altamente accessibili. Questi attentatori impiegano armi bianche e, in misura minore, veicoli o altre tecniche rudimentali.
Pur richiedendo risorse minime e presentando una complessità operativa ridotta, tali attacchi possono avere un impatto enorme: scatenano paura, dominano le cronache e alimentano la polarizzazione sociale. Come evidenziato da studi sull’attentato come strategia simbolica, l’obiettivo è proprio colpire cittadini comuni per accelerare la diffusione del messaggio estremista.
Il terrorismo di estrema destra si colloca su volumi più ridotti, con un solo attacco completato nel 2024 e pochi episodi sventati negli anni precedenti. Tuttavia, la minaccia è qualitativamente rilevante: l’ideologia viaggia attraverso la rete, si assiste a una crescente partecipazione giovanile.
Dopo aver toccato un minimo storico nel 2021, quando Europol registrò un solo attacco di matrice di estrema sinistra e anarchismo, la minaccia ha mostrato una nuova fase di vitalità. Nel 2022 gli episodi sono saliti a diciotto e hanno continuato a crescere nel 2023, raggiungendo quota trentadue. Nel 2024 il dato è leggermente calato, ma con ventuno episodi rimane comunque su livelli significativi. La geografia di questi attacchi non è cambiata: Italia e Grecia restano i principali teatri, sottolineando la persistenza di un terreno politico e sociale fertile per l’attivismo anarco-insurrezionalista. La narrazione che accompagna tali azioni conserva elementi storici ben radicati: l’opposizione al capitalismo, il rifiuto del militarismo e la solidarietà con i detenuti. Temi che richiamano tradizioni profonde del movimento anarchico europeo e che vengono espressi oggi attraverso forme di violenza nel corso di manifestazioni, incendi e sabotaggi, continuando a costituire un segnale d’allarme per le autorità di sicurezza.
Il separatismo rimane un fenomeno altamente disomogeneo, ha registrato un picco di 70 attacchi in Corsica nel 2023, ma il 2024 ha registrato solo 4 episodi. Non si fermano in ogni caso le attività di propaganda nell’ambito dei separatismi.
Aspetti trasversali e nuove traiettorie della minaccia.
Diversi fattori contribuiscono a spiegare l’andamento della minaccia terroristica in Europa, ma nessuno risulta così determinante come il contesto geopolitico e i conflitti in corso. La guerra in Ucraina e il rinnovato conflitto israelo-palestinese hanno inciso profondamente sulle narrative radicali, fungendo da catalizzatori per nuove forme di estremismo. In particolare, si è assistito a una recrudescenza dell’antisemitismo, con possibili scenari di collaborazione tra realtà radicalizzate nell’ambito ideologico e religioso.
Tali evoluzioni mostrano come le dinamiche internazionali non rimangano confinate al piano militare o politico, ma si riflettano anche nel terreno sensibile delle percezioni, delle identità e delle strategie di propaganda.
Altro fattore di influenza è rappresentato dall’aumento del coinvolgimento giovanile nella pianificazione e nella propaganda. La radicalizzazione avviene spesso attraverso piattaforme criptate, gaming communities, materiale audiovisivo che mescolano l’ideologia estremista ad altre forme di cultura comunicativa.
L’introduzione dell’intelligenza artificiale, in particolare attraverso la creazione di contenuti manipolati come i deepfake, ha ampliato le possibilità della propaganda estremista, rendendola più sofisticata e difficile da smascherare. Parallelamente, la diffusione capillare di strumenti digitali e piattaforme criptate complica il lavoro degli investigatori, che si trovano a fronteggiare un nemico sfuggente, capace di rinnovare costantemente le proprie tattiche. Ogni progresso nelle capacità delle forze di sicurezza trova infatti una risposta speculare da parte delle reti radicali, le quali si adattano rapidamente, sperimentano nuovi canali e ridefiniscono le proprie strategie per mantenere efficace la loro azione comunicativa.
Pur facendo riferimento a ideologie e contesti diversi, i terroristi e gli estremisti violenti hanno delle pratiche in comune: utilizzano gli stessi ambienti digitali e adottano tecniche analoghe per la diffusione del materiale di propaganda.
I dati riportati nei EU Terrorism Situation and Trend Report (TE-SAT) annuali (2020-2024) evidenziano che il terrorismo in Europa non è un fenomeno in contrazione, ma piuttosto in continua evoluzione.
È altrettanto cruciale agire sul fronte della prevenzione, rafforzando in particolare i programmi rivolti ai giovani. Gli ambienti digitali, con la loro capacità di diffusione rapida e capillare della propaganda, rappresentano oggi uno dei terreni più sensibili, mentre i contesti detentivi minorili continuano a costituire luoghi ad alto rischio di radicalizzazione. In entrambi i casi diventa fondamentale disporre di strumenti efficaci di intercettazione precoce, in grado di riconoscere tempestivamente i segnali di vulnerabilità e di intervenire prima che essi si trasformino in percorsi di adesione a ideologie estremiste.













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