top of page

Morto dopo intervento col taser a Olbia, due carabinieri indagati. Salvini: “Hanno fatto il loro dovere”

  • Immagine del redattore: squadsmpd
    squadsmpd
  • 19 ago
  • Tempo di lettura: 2 min

L'ipotesi di reato è di omicidio colposo: l'iscrizione è un atto dovuto in vista dell'autopsia. La Garante regionale dei detenuti contro l'arma: "Tortura legalizzata"

ree

Due carabinieri sono indagati per la morte di Gianpaolo Demartis, il 57enne originario di Bultei (Sassari) deceduto sabato notte dopo essere stato fermato col taser a Olbia, dove aveva dato in escandescenze aggredendo i passanti per strada. Si tratta del capo pattuglia e del militare che è materialmente intervenuto con la pistola elettrica: l’ipotesi di reato è di omicidio colposo. L’iscrizione nel registro degli indagati, a quanto si apprende, è un atto dovuto dopo la decisione della Procura di Tempio Pausania di procedere all’autopsia sul corpo della vittima, che sarà effettuata giovedì. Dopo l’intervento con la scarica, Demartis è morto in ambulanza per arresto cardiaco: gli accertamenti puntano ad accertare le cause esatte del decesso – l’uomo, come confermato dai familiari, era cardiopatico – e a ricostruire nei dettagli la dinamica. A nemmeno 48 ore di distanza dal suo decesso, nel Genovese un’altra persona, un 41enne cittadino albanese, è morto dopo un intevrento con il taser.


“I miei assistiti sono profondamente dispiaciuti per quanto accaduto, ma hanno operato nel totale rispetto delle procedure e hanno svolto il loro lavoro in maniera proporzionata a tutela dell’incolumità della loro persona e dei cittadini”, dice all’Ansa la legale dei due carabinieri indagati, Maria Paola Marro. “L’uso del taser è stato fatto per evitare quello della pistola, in una situazione di escalation di violenza in cui il soggetto non rispondeva a nessun tipo di alt ed era incontenibile. Il capo scorta, ora indagato come atto dovuto, è stato aggredito e ferito al volto. Entrambi i militari hanno diversi anni di servizio alle spalle e sono esperti qualificati anche nell’uso del taser. In totale serenità attendiamo l’esito dell’esame autoptico che si svolgerà giovedì prossimo e che accerterà le cause della morte. Siamo sereni e fiduciosi del lavoro della Procura”, conclude.


Sulla vicenda sarda lunedì mattina è intervenuto il leader della Lega Matteo Salvini: “E adesso che nessuno se la prenda coi Carabinieri, che hanno difeso sé stessi e dei cittadini aggrediti, facendo solo il proprio dovere”, ha scritto sui social. Nelle stesse ore la garante regionale dei detenuti Irene Testa si scagliava contro l’arma: “Ancora una morte con il taser. Non è la prima volta che accade. Prima di lui pochi mesi fa un ragazzo di trent’anni. Uso di scariche elettriche per contenere il disagio, provocando effetti fisici e psichici devastanti. A volte la morte. Si può ancora consentire l’uso di strumenti di tortura legalizzata?”, scriveva.

La morte di Demartis ha turbato profondamente la comunità di Bultei, il suo paese d’origine: “Noi conosciamo bene la famiglia di origine di Gianpaolo, tutte persone di ottima morale, e anche lui è conosciuto come un ragazzo sveglio e intraprendente”, racconta all’Ansa il sindaco, Daniele Arca. “I genitori sono morti da tempo e in paese sono rimasti solo alcuni famigliari, anche il fratello più piccolo ha lasciato Bultei per trasferirsi per lavoro. Aspettiamo anche noi di capire cosa sia successo”, ha affermato.


 
 
 

Commenti


SQUAD

59b5bc886dbe923c39853e04.png

NATO

NCAGE AN161

SECURITY MILITARY POLICE DIVISION

un-logo.png

  ONU

UNGM398296

d&b_edited.png

DUNS

D&B 435704113

bottom of page