La capacità preventiva dell’intelligence come strumento di contrasto al crimine (di Barbara Lopez)
- squadsmpd

- 2 ott
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la capacità preventiva dell’intelligence come strumento di contrasto al crimine

È indubbio che di fronte ad una società in continua evoluzione risulti utile fornire soluzioni concrete alle diverse forme di criminalità che si manifestano. Ciò evidenzia come la gravità del problema non sia da sottovalutare, come sia necessario applicare delle precise politiche di sicurezza, organizzate sia nei mezzi che nelle scelte operative.
L’analisi criminale si caratterizza proprio per il suo approccio concreto e proattivo, il suo obiettivo è quello di ridurre i reati e la vittimizzazione includendo ogni possibile disciplina utile a ridurre la criminalità. Le sue ricerche devono essere solide da un punto di vista metodologico, utili ad individuare il modus operandi del crimine e trovare percorsi alternativi che possano interrompere la sua evoluzione. Si richiede un cambiamento di strategia non più finalizzato ad inseguire i criminali ma a prevenire le loro azioni costruendo ipotesi di intervento in grado di dare soluzioni ai problemi e valutare gli effetti futuri. L’attività preventiva prevede la rilevazione dei problemi legati alla criminalità analizzando il problema in profondità per poi poter rispondere e valutare i risultati dell’intervento. L’efficacia delle tattiche tradizionali è stata spesso messa in discussione visti gli scarsi risultati raggiunti sui livelli di criminalità e anche l’attività investigativa produce maggiori risultati se il caso presenta molti indizi, ma la maggior parte dei casi non rientra in questa categoria. Bisogna fare una valutazione reale dei crimini, valutare l’impatto degli interventi e, se non hanno funzionato, capire perché. Ogni crimine richiede un diverso livello di organizzazione e di conoscenza, per questo bisogna imparare a destrutturare i crimini e intervenire in profondità, portando alla luce lati oscuri che possono sembrare invisibili; questo aumenta le probabilità di riuscita e favorisce un uso efficace delle risorse che abbiamo a disposizione. Se focalizziamo l’attenzione sulle varie teorie criminologiche, usate per affrontare i problemi della criminalità, ci rendiamo conto che spesso sono di poco aiuto nella realtà, questo perché la criminologia in sé trova le cause del crimine in fattori distanti, come i problemi psicologici o sociologici che possono essere utili solo in una prima fase di studio, ma nella pratica quotidiana di contrasto al crimine non portano ai risultati sperati. Per avere risultati concreti bisogna analizzare gli eventi criminali studiando la correlazione con il contesto che ha favorito la commissione del reato, partendo da quello che viene definito Il triangolo della criminalità: Autore, Bersaglio e Luogo del reato. Pertanto l’analisi deve avere una prospettiva triangolare per evitare che l’autore commetta nuovi reati, per ridurre le probabilità di diventare un bersaglio e per capire come gestire i luoghi in cui accade il problema, per far sì che il luogo sia un alleato del bersaglio e non un nemico. Il bersaglio e il luogo possono diventare un’opportunità per l’autore del reato e quindi una causa della criminalità. Anche un reato semplice richiede la commissione di una serie di decisioni e di azioni in sequenza e studiare la sequenza aiuta a scoprire i possibili interventi. Tutti gli strumenti di prevenzione adottati per ridurre la criminalità hanno l’obiettivo di modificare la percezione che l’autore ha sulle opportunità date dal reato, se modifichiamo la loro percezione riusciamo ad influenzare i loro comportamenti, ma per proteggere il bersaglio non dobbiamo sottovalutare l’autore che potrebbe attivare dei meccanismi di difesa inaspettati, modificando il suo comportamento in risposta alle misure di prevenzione e individuando nuovi punti di vulnerabilità. Numerose ricerche condotte hanno dimostrato come il crimine riesca ad adattarsi e ad attuare una delocalizzazione tattica, geografica o temporale, cambiando il bersaglio, cambiando strategia, luogo o tempi, ma rimane comunque un problema non risolto. Ogni tipo di crimine rappresenta un problema diverso ma tutti uniti da un filo conduttore e con un’analisi approfondita possiamo rilevare gli autori che vanno maggiormente attenzionati, i luoghi che richiedono più interventi di altri e i bersagli che hanno bisogno di maggior tutela. Non bisogna confondere la stima dei reati con il tasso di criminalità. Bastano pochi individui per causare molti problemi e capire gli scopi di chi delinque può aiutare a sviluppare strategie di prevenzione efficaci, questo consente di essere un passo avanti e camminare più velocemente del comportamento criminale. Un’analisi criminale specifica offre la possibilità di fornire una caratterizzazione al tipo di crimine fornendoci un quadro chiaro del tipo di reato compiuto e consentendoci una dettagliata ricostruzione del fatto: le persone coinvolte, la sequenza degli eventi e soprattutto il vantaggio che l’autore ricava da un determinato reato, vantaggio che in alcuni casi può essere ovvio ma in altri può fare emergere nuovi spunti investigativi. È importante giocare sugli effetti anticipatori della prevenzione, utili per sviare sui tempi e sui modi dell’intervento, attivando parti del programma di prevenzione prima dell’inizio ufficiale dell’intervento, è quello che viene definito effetto implementazione latente. L’intervento di contrasto al crimine non è mai di facile applicazione proprio a causa della multidimensionalità del crimine stesso, ma partire da un processo base non è mai un errore. Gli stadi del processo prevedono delle fasi che si rivelano sempre molto utili per stabilire un punto di partenza:
Scanning (rilevazione): qual è la natura del problema?
Analysis (analisi): cosa causa il problema?
Response (risposta): cosa si dovrebbe fare per ridurre il problema?
Assessment (valutazione): l’intervento ha provocato una riduzione del problema?
Si parte sempre da domande generali per poi arrivare a quelle più specifiche nel corso delle indagini. L’esame degli elementi informativi, acquisiti durante le indagini, permette di ricostruire la dinamica degli eventi, l’ambito in cui si sono svolti e le eventuali relazioni con soggetti terzi; l’utilità di questi elementi non è finalizzata solo all’analisi del fenomeno ma risulta essenziale anche per adeguare i successivi interventi operativi. L’intelligence investigativa fornisce un contributo fondamentale all’interno dell’analisi criminale poiché consente di raccogliere notizie, dati, ma anche di valutare, analizzare ed interpretare le informazioni ottenute e rappresenta la migliore strategia preventiva per ridurre gli effetti dei potenziali rischi e delle possibili minacce. Individuare correttamente i fattori di rischio e gestire le conseguenti azioni di mitigazione non è un’operazione semplice. Non basta raccogliere le informazioni, è necessario saper leggere tra le righe e andare oltre: questo è il cuore dell’attività investigativa dell’intelligence. L’intelligence è utile solo se affidabile e tempestiva e il suo scopo è l’utilità del suo prodotto, quindi l’utilità delle sue informazioni. Si caratterizza per la sua capacità preventiva, non si basa sugli indizi che sono qualcosa di valutabile solo a seguito di un evento, ma si basa sugli indicatori, cioè su quei segnali da individuare ed interpretare prima che l’evento si verifichi. Tuttavia, si tende sempre a considerare la mente criminale come un fenomeno irrazionale e questo porta ad una valutazione di scarso utilizzo ai fini attuativi delle politiche di sicurezza. Molti dei comportamenti illeciti messi in atto sono frutto di una pianificazione intenzionale con finalità molto chiare nella mente di chi le compie. Oggi, le nuove forme di minacce esigono nuove capacità di risposta e le esigenze investigative emergenti richiedono un ampliamento, sia in termini quantitativi che qualitativi del prodotto intelligence. Queste nuove forme non sono più statiche, quindi con un rischio costante nel tempo, ma dinamiche e multidimensionali e questo richiede una valutazione evolutiva dei fattori per consentire elaborazioni strategiche che possano aiutare a comprendere le logiche e le finalità, in un’ottica di prevenzione ad ampio raggio, attraverso una vigilanza attiva e collaborativa in grado di mettere in campo strumenti di contrasto appropriati.
Criminologa e Analista Intelligence Referente SQUAD













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