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Da Ostia a Vigevano la sicurezza urbana: tra emergenze quotidiane e prevenzione possibile

  • Immagine del redattore: squadsmpd
    squadsmpd
  • 21 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Negli ultimi giorni, le cronache ci restituiscono un quadro preoccupante della sicurezza urbana: un ragazzo accoltellato a Ostia per una lite banale, un altro ferito gravemente in un parcheggio universitario, e infine il drammatico episodio avvenuto all’ospedale di Vigevano, dove un uomo in stato di agitazione ha seminato il panico tra pazienti e personale sanitario.

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Tre episodi differenti per contesto e dinamica, ma accomunati da un denominatore comune: l’escalation della violenza improvvisa in spazi pubblici, dove la percezione di sicurezza si dissolve in pochi secondi.


La sicurezza urbana vista con gli occhi della Security


Quando si parla di sicurezza urbana, spesso si pensa soltanto al presidio delle forze dell’ordine. In realtà, dal punto di vista della Security, il tema è più ampio e complesso: riguarda la gestione del rischio comportamentale e ambientale nei luoghi di aggregazione.


Le città moderne, infatti, si confrontano con nuove vulnerabilità:


aree di transito prive di controllo costante, come parcheggi, stazioni e fermate dei mezzi pubblici;


contesti giovanili dove la socialità è sempre più mediata dai social network, spesso generando tensioni e sfide virtuali che si trasformano in scontri reali;


strutture sanitarie e scolastiche che, pur non essendo obiettivi “sensibili” in senso tradizionale, sono oggi esposte a episodi di violenza estemporanea.


Dalla gestione dell’emergenza alla prevenzione integrata


Come professionista della Safety & Security, ritengo che la risposta non possa essere soltanto reattiva. Serve un approccio di prevenzione integrata, basato su tre pilastri: formazione, tecnologia e coordinamento.


1. Formazione comportamentale


Educare il personale di servizio (addetti alla vigilanza, operatori sanitari, educatori, personale universitario) a riconoscere i segnali precoci di aggressività o alterazione comportamentale.


Promuovere nei giovani una cultura della gestione del conflitto, attraverso progetti scolastici e universitari di educazione civica e sicurezza partecipata.




2. Tecnologia intelligente


Rafforzare i sistemi di videosorveglianza integrata, con analisi predittiva dei comportamenti anomali (AI Behavioural Analysis).


Implementare sistemi di allerta immediata per le forze dell’ordine e per il personale di sicurezza nei luoghi pubblici e sanitari.




3. Coordinamento operativo


Favorire la cooperazione tra enti locali, scuole, università, forze dell’ordine e security privata, per un piano urbano condiviso di prevenzione e risposta rapida.


Creare reti territoriali di “osservatori del rischio urbano”, capaci di monitorare le situazioni a potenziale degenerazione.


Conclusioni


Ogni atto di violenza urbana non è soltanto un episodio isolato, ma un segnale di vulnerabilità collettiva.

Oggi più che mai, la sicurezza non può essere delegata solo alle istituzioni: è un valore condiviso, che richiede consapevolezza, preparazione e partecipazione di tutti.


Come professionisti della Safety & Security abbiamo il dovere di trasformare la paura in prevenzione, e la cronaca in occasione di riflessione e miglioramento continuo del nostro sistema di protezione urbana.


Safety & Security Manager

 
 
 

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