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Tarquinia: Padre eroe annega nel portare in salvo moglie e figli. (Video inedito e analisi dei casi)

  • Immagine del redattore: squadsmpd
    squadsmpd
  • 27 lug
  • Tempo di lettura: 11 min

Aggiornamento: 28 lug

Alessandro D’Angelo, è morto annegato a Tarquinia nel tentativo di salvare moglie e figli in difficoltà tra le onde per una risacca.


Il 26 Luglio doveva essere una giornata, una delle tante, nel periodo estivo ed afoso una di quelle giornate in cui tante famiglie e amici spendono le giornate in mare, come quella della famiglia di Alessandro D'Angelo 47 anni, originario di Fonte Nuova, in provincia di Roma.

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Secondo quanto ricostruito, Alessandro con la moglie Elisa e suoi due figli intorno alle ore 11:20 si trovano in un tratto di spiaggia libera al confine con un noto campeggio di Tarquinia, la moglie e i due figli nel refrigerarsi si immergono in acqua per passare momenti sereni, ma questioni di minuti se non di secondi e all'improvviso il tempo cambia, si formano le prime nuvole e il vento diventa sempre più forte, si forma così una risacca d'acqua esattamente dove la moglie e i figli si trovano, portandoli a largo. Hanno difficoltà di raggiungere la spiaggia, Alessandro così li raggiunge e cerca si aiutarli ad arrivare verso la riva in luogo più sicuro, ma Alessandro resta indietro e viene all'improvviso colto da un malore, senza più riuscire a rientrare a riva.


I bagnini dello stabilimento del campeggio adiacente alla spiaggia libera, vedendo la scena intera non esitano a gettarsi in mare così riuscendo a portare a riva la moglie e i figli di Alessandro, un altro giovane bagnino con l'imbracatura legato dal rullo con fune e baywatch lotta contro la risacca per raggiungere Alessandro, il quale ormai si trova sempre più a largo, il bagnino riesce ad afferrare Alessandro, ma ormai senza segni di vita, il bagnino privo delle sue forze e dell'insistenza della risacca ha difficoltà di raggiungere la spiaggia. Alcuni bagnanti accorrono, cercano prima di tirare la fune, ma la forza dell'acqua e del vento rendono difficile l'impresa, così si crea una corda umana di persone per raggiungere il bagnino con se legato Alessandro, l'impresa sembra ardua più volte il cordolo di persone si stacca per la forza del mare, così un piccolo gruppo di bagnanti a nuoto raggiunge il bagnino per dare lui supporto nel raggiungere la spiaggia.


Sono le 12:00 passate, quando si arriva sulla spiaggia con il corpo di Alessandro, questo significa che è passato molto tempo a lottare in mare contro le corrente e le onde. Sulla spiaggia si inizia subito a fare la rianimazione cardiaca senza fermarsi, per poi collegare Alessandro al defibrillatore in assenza di battito cardiaco, sul posto interviene prima dal mare con una e poi un altra moto d'acqua dei soccorritori dei vigili del fuoco, poi da terra con l'ambulanza l'ARES 118 con a bordo un medico e dopo pochi minuti l'elisoccorso, si è continuato senza sosta per lungo tempo nel portare in vita Alessandro, ma purtroppo il medico sul posto dopo tanti tentativi ha solo potuto costatare il decesso.


La forza e il coraggio dei bagnini, l'umanità dei bagnanti e la professionalità dei soccorritori non ha potuto portare questa volta a una vittoria, quella della vita!


Sui social sono in tanti con i messaggi che si stringono alla famiglia di Alessandro D'Angelo,

le parole spese per lui dimostrano quanto grande fosse come padre e marito.


la riproduzione è vietata in altri canali social e siti web

Analizziamo alcuni punti:


LA RISACCA:

Il moto di ritorno dell'onda che, respinta da un ostacolo, si scontra con l'onda successiva in arrivo dando origine a un frangente. La risacca è detta anche di riflusso o di ritorno, è un tipo di corrente marina molto pericolosa. Si tratta di un intenso flusso d'acqua causato dal moto ondoso del mare, che si forma davanti alla spiaggia. L'accumulo d'acqua lungo la costa provoca un aumento di pressione, che deve essere compensato da un flusso di ritorno che si dirige dalla riva verso il largo ad elevata velocità, trascinando con sé tutto ciò che incontra.


Tali correnti si creano prevalentemente negli specchi di mare davanti alle spiagge sabbiose, soprattutto quando sono delimitate da promontori rocciosi, formando spesso dei canaloni sul fondale che rendono ancora più pericoloso il loro manifestarsi.


Spesso, a causa della loro forza, si possono rivelare molto pericolose. Si viene risucchiati e trascinati senza tregua verso il largo. La loro elevata velocità, anche oltre 9 km/h, rende difficile mettersi in salvo anche ai nuotatori più esperti.


Guardando la superficie dell'acqua si può intuire l'esistenza di una corrente diretta verso il largo: in quei punti la superficie dell'acqua è insolitamente liscia e ondulata; le onde inoltre sono come spezzate in presenza di una forte corrente di ritorno. Si può anche riconoscere la presenza di queste correnti guardando il profilo della spiaggia, che tenderà ad assumere la forma di una sequenza di insenature più o meno grandi a seconda della forza della mareggiata piuttosto che quella lineare tipica della bonaccia. I punti pericolosi, cioè quelli di risucchio, corrispondono ai confini tra un'insenatura e l'altra e sono da evitare durante il bagno o il nuoto


Nel caso in cui si finisse in una tale corrente, il metodo più corretto per difendersi è nuotare parallelamente alla costa, senza sprecare preziose energie cercando di raggiungere direttamente la riva, cercando quindi di uscire dal lato della testa. Contrastare una tale forte corrente è infatti estremamente lungo e faticoso, molto meglio uscirne lateralmente quanto prima.

(fonte wikipedia)

immagine Lecce Prima
immagine Lecce Prima

SPIAGGIA LIBERA:

In Italia, la responsabilità per la sicurezza delle spiagge libere ricade principalmente sul Comune, che può affidare il servizio a terzi (come cooperative o associazioni). Anche se non sempre presente, il servizio di salvataggio sulle spiagge libere è responsabilità del Comune, che può organizzarlo direttamente o affidarlo a terzi. In assenza di servizio, deve essere indicato chiaramente con un cartello.  Il servizio di salvataggio nelle spiagge libere è un aspetto importante della sicurezza balneare, soprattutto durante la stagione estiva. In genere, i comuni o le autorità marittime sono responsabili dell'organizzazione di questo servizio, che può includere la presenza di bagnini e torrette di avvistamento.

Le spiagge libere, a differenza degli stabilimenti balneari, sono di libero accesso e non hanno un gestore privato che si occupa direttamente della sicurezza, quindi la responsabilità ricade sull'ente pubblico. 


La gestione delle emergenze in mare, inclusi i salvataggi, è affidata principalmente alla Guardia Costiera, che coordina le operazioni attraverso la Centrale Operativa o la Capitaneria di Porto competente per territorio. In caso di emergenza, è fondamentale allertare i soccorsi chiamando il 1530, il numero per le emergenze marittime

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Fasi del soccorso in mare:

Il soccorso in mare è un processo complesso che si sviluppa in diverse fasi, ciascuna fondamentale per garantire la sicurezza della vittima e del soccorritore.


  1. Valutazione del pericolo:

    Prima di intervenire, l’assistente ai bagnanti deve valutare accuratamente la situazione: correnti, condizioni meteo e posizione della vittima.

    La sicurezza del soccorritore è la prima regola: un errore potrebbe creare ulteriori rischi.

  2. Avvicinamento alla vittima:

    Usando tecniche di nuoto di salvataggio o attrezzature moderne come moto d’acqua e tavole SUP di salvataggio, l’assistente ai bagnanti raggiunge la vittima nel minor tempo possibile.

    È fondamentale mantenere un approccio calmo e rassicurante per evitare che la vittima entri in panico.

  3. Supporto e recupero:

    Dopo aver stabilizzato la vittima, il bagnino di salvataggio la trasporta verso una zona sicura, come la riva o una barca di supporto.

    Tecniche specifiche, come il trasporto dorsale, sono utilizzate per garantire il massimo controllo.

  4. Primo soccorso:

    Una volta a terra, l’assistente ai bagnanti esegue le manovre di primo soccorso, come la rianimazione cardiopolmonare (RCP), se necessario.

    Se l’emergenza lo richiede, si attiva il coordinamento con i soccorsi avanzati.



BAGNINI:


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Il bagnino di salvataggio, anche detto assistente bagnanti, guardaspiaggia o semplicemente bagnino, è colui che vigila sulla sicurezza di chi frequenta piscine e stabilimenti balneari al mare o nelle acque interne (fiumi e laghi).


prevenire gli incidenti in acqua o farvi fronte se avvenuti, mettendo in atto quelle tecniche di salvataggio e di primo soccorso acquisite nel corso di formazione e periodicamente aggiornate,

regolare le attività di balneazione vegliando sul comportamento degli utenti

applicare e far rispettare le ordinanze degli enti a cui è affidato il monitoraggio degli usi civili del mare (in Italia la Capitaneria di Porto / Guardia Costiera) o il regolamento della piscina verificare periodicamente la chimica delle acque nelle piscine e le condizioni igieniche dell'ambiente.

Mantenere un'osservazione concentrata dell'area di servizio e dei suoi utenti per anticipare i problemi (questo consentirà al bagnino di intervenire con una delle misure di prevenzione degli annegamenti) e per identificare rapidamente un'emergenza

Supervisionare l'uso di altre attrezzature quando assegnate a tale compito (come scivoli d'acqua o qualsiasi altra attività in corso)

Effettuare salvataggi e avviare altre azioni di emergenza, se necessario

Fornire pronto soccorso immediato in caso di lesioni a un bagnante o altro incidente

Mantenere una forma fisica adeguata con allenamenti giornalieri di al meno 1 ora (in vasca o palestra) al giorno.

Comunicare con i bagnanti e altri utenti per adempiere ai compiti di cui sopra

Aiutare a pulire le aree intorno alla piscina o alla spiaggia per garantire la sicurezza dei clienti. I bagnini possono avere altri compiti secondari come pulire, archiviare documenti, controllare i livelli di cloro e pH di una piscina o fungere da punto informativo generale. È importante che i bagnini non consentano mai alle loro responsabilità secondarie di interferire con le loro responsabilità primarie.

Ai bagnini può anche essere richiesto di partecipare a riunioni occasionali in servizio per rafforzare le loro capacità di bagnini.

Un bagnino è responsabile della sicurezza delle persone in un'area d'acqua, e di solito un'area definita immediatamente circostante o adiacente ad essa, come una spiaggia vicino a un oceano o un lago. La priorità è garantire che gli utenti dell'area di cui sono responsabili non subiscano alcun danno. I bagnini spesso si assumono questa responsabilità al momento dell'assunzione, sebbene possano anche essere volontari.


Le condizioni che portano all'annegamento sono riassunte dalla "catena dell'annegamento" in cui ogni anello (ossia ogni condizione di mancanza di sicurezza o disattenzione) può portare direttamente a un incidente o contribuire a una successione di anelli. Consiste in una mancanza di educazione sulla sicurezza dell'acqua o sulle condizioni locali, una mancanza di consigli sulla sicurezza (ad esempio, sulle correnti di strappo su una spiaggia), una mancanza di protezione (come nessun dispositivo di galleggiamento per un nuotatore inesperto), mancanza di sicurezza e supervisione o incapacità di far fronte alle condizioni (ad esempio un surfista inesperto che affronta onde molto forti).


La catena dell'annegamento fornisce una base chiara per prevenire l'annegamento che include:

-educazione e informazione

-fornitura di avvertimenti

-negazione dell'accesso

-supervisione

-formazione nelle abilità di sopravvivenza

Il bagnino è in grado di fornire tutti questi elementi per aiutare a prevenire annegamenti (o altri incidenti) nella propria zona di responsabilità, e per questo motivo questo dovrebbe essere l'obiettivo primario delle attività di un bagnino, in quanto è meglio impedire che si verifichi un incidente anziché reagire una volta che si è verificato. Ciò significa che l'efficacia di un'unità di bagnini può essere misurata non dal numero o dalla rapidità dei soccorsi, o dall'abilità con cui vengono eseguiti, ma dall'assenza o dalla riduzione di annegamenti, incidenti e altre emergenze mediche. La prevenzione è un'abilità efficace che è di vitale importanza per un bagnino perché può aiutare a mantenere la sicurezza degli utenti.

Ogni bagnino deve sottoporsi a un corso di certificazione per poter lavorare[8]. Alcune società di certificazione, come la Croce Rossa o Ellis and Associates, sono incaricate del processo di certificazione[16][17]. Essa di solito dura 1-2 anni, ma può durare fino a 5[8]. Le lezioni durano 25-30 ore e si tengono generalmente nell'arco di pochi giorni, con le ore al giorno che variano a seconda del numero di giorni necessari. Al termine del corso di certificazione, i bagnini devono sostenere un esame finale e riceveranno un certificato solo se lo superano[8]. I bagnini sono quindi tenuti a seguire una formazione aggiuntiva per tutta la durata della loro certificazione a discrezione della struttura per cui lavorano.


La maggior parte delle abilità insegnate in vari corsi di certificazione per bagnini sono simili o uguali, ma alcune abilità possono variare leggermente in base alla società di certificazione[16]. Inoltre, verranno insegnate diverse abilità in acqua a seconda della struttura che certifica il bagnino, ad esempio piscine con acque poco profonde, parchi acquatici, spiagge, ecc...


Alcune delle varie abilità fuori dall'acqua insegnate sono:

-Rianimazione cardiopolmonare (RCP);

-Utilizzare un defibrillatore automatico esterno (DAE);

-Pronto soccorso;

-Somministrazione di ossigeno di emergenza;

-Stabilizzazione in linea;

-Soffocamento attivo e inconscio

-Questioni legali

-Piani d'azione di emergenza

-Alcune delle varie abilità in acqua insegnate sono:


Soccorso attivo della vittima: Un salvataggio attivo della vittima è progettato per rimuovere rapidamente e calmare una vittima dall'acqua. A seconda che la vittima sia rivolta verso il bagnino o dall'altra parte, cambia il metodo di salvataggio.

Soccorso frontale della vittima attiva: Un salvataggio comune, quando una vittima è di fronte al soccorritore, consiste nel raddrizzare le braccia e spingere la vittima a lato della piscina. Lo spazio lasciato dalle braccia tese tra il soccorritore e la vittima impedirà ad essa di attaccarsi al soccorritore. Quando il bagnino si avvicina da dietro a una vittima che sta annegando, un modo di salvataggio comune consiste nell'eseguire una manovra di "aggancio", in cui i soccorritori posizionano le braccia sotto le ascelle della vittima e iniziano l'estrazione. Soccorso vittima passiva: Salvataggio e rimozione di una vittima che è passiva (o non si muove) nell'acqua; Ci sono variazioni sia per acque poco profonde che per acque profonde.

Soccorso spinale: Un salvataggio che presuppone che una vittima abbia una lesione alla testa, al collo o alla colonna vertebrale e utilizza misure più appropriate per garantire che nessun movimento non necessario crei ulteriori danni alla vittima. Ci sono variazioni sia per acque poco profonde che per acque profonde.


Molte strutture acquatiche sottoporranno i loro bagnini a una formazione aggiuntiva per la durata della loro certificazione. La natura e la frequenza di questi corsi di formazione aggiuntivi dipendono dalla struttura e dall'azienda di certificazione seguita dalla struttura stessa. Ad esempio, una struttura sulla spiaggia può praticare salvataggi e scenari di ricerca e salvataggio, in cui una struttura con piscina coperta i cui bagnini sono responsabili dell'intero edificio può praticare scenari che simulano le emergenze in diverse parti dell'edifici. Questi corsi di formazione in servizio hanno lo scopo di servire come pratica per mantenere e sviluppare le abilità insegnate durante il processo di certificazione. Esempi di questi corsi di formazione includono la revisione delle abilità di primo soccorso/RCP/AED e le esercitazioni sul piano d'azione per l'emergenza acquatica


Inoltre, alcune società di certificazione al di fuori della struttura possono controllare o esaminare i bagnini durante le loro rotazioni. Queste visite hanno lo scopo di servire sia come test di preparazione che come esperienza di apprendimento e un'opportunità per migliorare le competenze. Le visite sono generalmente senza preavviso e possono includere riprese video di bagnini in servizio, valutazioni delle abilità che coinvolgono uno scenario inteso a modellare la vita reale e test di consapevolezza della vigilanza


Anche i bagnini devono essere ri-certificati regolarmente, poiché le loro certificazioni scadono dopo un po' di tempo


DATI NUMERICI:

In Italia, nel corso degli ultimi 20 anni, si registra un numero oramai abbastanza costante di circa 350 annegamenti all'anno. In media, i due terzi di questi annegamenti avviene lungo i litorali marini e un terzo nelle acque interne.

Nel 2014, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) pubblicò il primo “Global Report on Drowning: preventing a leading killer” (WHO, 2014), ponendo in forte evidenza l’entità del problema: ogni ora di ogni giorno più di 40 persone perdono la vita per annegamento. L'OMS chiede a tutti i Paesi di attivare delle strategie di coordinamento a livello nazionale in tutti questi settori e azioni di prevenzione degli annegamenti al fine di definire un Piano Nazionale di Sicurezza per le Acque, possibilmente con indirizzo da parte del settore salute. 

Il 29 maggio 2023, la 76° Assemblea Mondiale della Sanità ha adottato la sua prima risoluzione in assoluto sulla prevenzione dell'annegamento, chiedendo ai Governi e ai loro partner, in collaborazione con l'OMS, di accelerare l'azione di prevenzione dell'annegamento fino al 2029. 

Il 25 luglio di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale per la Prevenzione dell'Annegamento, istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per sensibilizzare sull'importanza della prevenzione degli incidenti da annegamento, una delle principali cause di morte prevenibili a livello globale, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Dal 2003 al 2020 i dati ISTAT indicano che sono morte per annegamento 6.994 persone, con una media annua di 389 decessi, scesa a 342 negli ultimi otto anni. Per la Società Nazionale di Salvamento che ha analizzato i dati della stampa nazionale dal 2016 al 2021 identificando 1.327 annegamenti: 857 sono avvenuti lungo i litorali marini e 470 nelle acque interne (laghi, fiumi, torrenti, eccetera).  I dati Istat dal 2017 al 2021 riportano 206 decessi per annegamento tra i 0-19 anni, con una media di circa 41 decessi annui. Più dell’80% delle vittime sono maschi e il 47% ha meno di 15 anni.


CONSIGLI:

-Immergersi in luoghi dove l'area (piscina, mare e laghi) siano sorvegliati;

-Non immergersi in mare mosso o in prossimità di specchi d’acqua quali risacche;

-Osservare attentamente la segnaletica e seguire le indicazioni dei sorveglianti;

-Evitare di tuffarsi in acqua dopo aver mangiato o dopo un’esposizione prolungata al Sole;

-Evitare tuffi da scogliere o in zone non protette;

-Prestare attenzione dove immergersi solo in acque di profondità adeguata;

-Non fare giochi pericolosi in acqua.


 
 
 

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