Stalking e violenza di genere (di Alessandra Damasi Violante)
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- 18 lug
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13 luglio 2025 A Milano, nella notte tra domenica e lunedì, una donna di 45 anni è stata segregata, percossa e abusata sessualmente per 12 ore dall'ex compagno, un uomo di 33 anni con precedenti. La vicenda ha inizio sei mesi prima quando la donna interrompe la relazione con l'uomo. Quest'ultimo ossessionato dalla donna pone in atto condotte persecutorie. Telefonate e messaggi continui al fine di ottenere un chiarimento fin quando proprio domenica sera la donna accetta di incontrarlo un’ultima volta. L' uomo sotto effetto di stupefacenti raggiunge l'abitazione dell'ex compagna, colpisce la porta a sprangate ed una volta introdottosi in casa la minaccia con l'ausilio di un cacciavite. La vittima viene dapprima sequestrata e poi picchiata e abusata sessualmente. La vicenda si conclude 12 ore dopo, quando l'aguzzino si addormenta e la vittima riesce a fuggire nella tarda mattinata e a chiamare le forze dell'ordine che intervenuti sul luogo hanno prontamente arrestato il giovane con l'accusa di lesioni, violenza sessuale e sequestro di persona. Storie come questa sono all'ordine del giorno, sempre più spesso apprendiamo dai notiziari di uomini che non riescono a darsi pace per una storia finita o che per vendetta attuano stalking nei confronti delle proprie ex fidanzate o mogli. Verranno analizzati nel dettaglio sotto il profilo legale, criminologico e psicologico il fenomeno dello stalking e della violenza di genere. Il termine di origine anglosassone “Stalking”, definito anche “Sindrome delle molestie assillanti”, deriva dal verbo “to stalk” e significa letteralmente (predare, perseguitare, inseguire, braccare, appostarsi). Lo stalker attua comportamenti assillanti e continuativi, tali da minacciare e/o ridurre la libertà della vittima, che sentendosi braccata, modifica i suoi stili di vita, vivendo in un perenne stato di angoscia e paura Dalla nascita del fenomeno dello stalking, gli studi riscontrano una tendenza negativa, nella quale, la maggior parte delle vittime è di sesso femminile. Si tratta di giovani donne, ma non solo. Negli ultimi anni, è stato notato un incremento, anche in una fascia di età adulta, compresa tra i 35-70 anni. Non di rado, la donna vittima di stalking è perseguitata dall’ex partner che non si rassegna alla fine della relazione e che, dapprima con fiori e gesti plateali e poi con comportamenti sempre più assillanti e talvolta aggressivi, cerca di riconquistare la vittima. Mentre, in altri casi, il carnefice è tra le mura di casa, ossia, quando è il partner che vive quotidianamente con la vittima, ad avere comportamenti ossessivi e insistenti, derivanti da gelosia morbosa nei confronti della vittima; spesso, tali condotte danno luogo a violenza domestica e maltrattamenti familiari. Spesso, gli atti persecutori sono campanelli d'allarme, che segnalano e precedono atti di violenza fisica. Molte donne di età diverse, vittime di atti di violenza sessuale, fisica, o nei casi più estremi di femminicidio, hanno subito pedinamenti sul posto di lavoro, appostamenti sotto casa o nei vari luoghi frequentati, inseguimenti in auto o a piedi lungo il tragitto effettuato dalla vittima. Le cause degli atti persecutori perpetrati dall’aggressore nei confronti della vittima possono essere di vario genere, dall’odio alla delusione per la fine di una relazione, Da studi effettuati su campioni, si è riscontrato una varietà di malattie psichiatriche o di problematiche legate all’età infantile e adolescenziale. Si dividono perciò in sindromi psichiatriche, disturbi della personalità, soggetti clinicamente sani, e coloro che fanno uso di sostanze stupefacenti o abuso di alcol. I soggetti affetti da sindromi psichiatriche, spesso, soffrono di disturbi di bipolarismo, schizofrenia, paranoie, deliri, erotomania, depressione intensa, e la sindrome di Hikikomori, definita anche del ritiro sociale; mentre, i soggetti affetti da disturbi della personalità soffrono, in genere, di disturbi borderline, ossessivo-compulsivo, gelosia morbosa, sindrome dell’attaccamento e dell’abbandono ed altri disturbi psicopatici e sociopatici. Esistono poi soggetti, che realizzano condotte criminose ma che non sono affetti da alcuna psicopatologia e non rientrano all’interno degli schemi prefissati. Anche se, talvolta, possono avere delle peculiarità simili, hanno un quadro clinico ottimale e non presentano malattie mentali evidenti, tali da essere ricondotti a classificazioni. Si tratta di soggetti che, apparentemente sani, hanno avuto delle problematiche importanti nell’età pre e post-adolescenziale, storie di abusi sessuali, solitudine, abbandono o assenza da parte della famiglia di origine e delusioni amorose. Infine, esistono soggetti facenti uso di sostanze psicotrope, che, oltre a provocare danni celebrali, generano uno stato di completa alterazione nell’individuo che li utilizza. Non di rado, alcuni soggetti che attuano le condotte, si trovano sotto effetto di sostanze stupefacenti o alcol. Queste sostanze rendono i soggetti che le utilizzano, poco o per nulla lucidi e annichiliscono la percezione delle loro azioni, tali che, uniti a moti di rabbia, provocano atti di tipo persecutorio. All’interno della legislazione nazionale italiana, vengono inserite alcune leggi apposite come il D.L. n.11 del 2009, convertito il L. n. 38\2009, con la quale viene introdotto nel Codice penale il reato di stalking rubricato “Atti Persecutori” ex art. 612 bis c.p. Con la L. 19 luglio 2019 n. 69, entrata in vigore il 09 agosto 2019, viene introdotto il c.d. Codice Rosso, composto da 21 articoli, che prevede un ulteriore inasprimento delle pene nei confronti di chi attua qualsivoglia tipologia di violenza di genere ed una maggiore tutela nei confronti delle donne vittima di abusi e maltrattamenti familiari e dei soggetti minori che subiscono violenza assistita all’interno delle mura domestiche. L’obiettivo della succitata legge è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e di reprimere tutte le condotte volte a discriminare, maltrattare, perseguitare, minacciare ed uccidere le donne Mediante il Codice Rosso sono state apportate molteplici modifiche e variazioni all’interno del Codice penale e del Codice di procedura penale. Le norme interessate sono: i maltrattamenti contro familiari e conviventi, la violenza sessuale, lo stalking, le lesioni personali aggravate e la deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso. Tra i diversi articoli, quelli relativi allo stalking e al femminicidio sono: a) Gli articoli 1,2 e 3, che – intervenendo sul codice di rito – prevedono l’obbligo di comunicazione immediata al P.M. da parte della polizia giudiziaria, ove quest’ultimi acquisiscano notizie di reato. Inoltre, l’obbligo da parte del Pubblico Ministero di assumere informazioni dalla persona offesa entro il termine di tre giorni, salvo essere prorogato solo in caso di imprescindibili esigenze di tutela di minori o della riservatezza delle indagini, anche nell'interesse della persona offesa. b) L’articolo 4, che introduce il reato di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima. c) L’articolo 9 inasprisce le pene previste per il reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi e per il reato di atti persecutori. d) L’articolo 15 tratta le tematiche relative agli ordini di protezione, alle misure cautelari e coercitive, come l’utilizzo del braccialetto elettronico ai fini del monitoraggio dell’aggressore e la comunicazione alla persona offesa e al suo difensore di fiducia nel caso in cui ci fossero provvedimenti di modifica della misura cautelare o detentiva dell’imputato. La repressione di tali reati mediante pene severe e certe assieme ad una maggiore attenzione e sensibilizzazione pubblica, può talvolta, fare la differenza e contrastare in modo incisivo la violenza di genere.
fonte:
Criminologa Referente SQUAD













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